
Italia, abbiamo un problema… Sergio Mattarella è riuscito nel difficile intento di mettersi di traverso al governo Conte persino sul dl terremoto. E in un lungo e articolato “rilievo” o “warning”, secondo le definizioni che ne hanno dato gli organi d’informazione più allineati al potere quirinalizio, se la prende proprio con due commi di quella parte di dispositivo che ne ha giustificato l’appellativo di “salva Peppina”, con riferimento alla nonna che era stata sfrattata con la forza dal prefabbricato che si era fatto montare per non allontanarsi dalla sua casa. “Non posso fare a meno di segnalare taluni aspetti di criticità dell’articolo 07 che, pur non costituendo una palese violazione della legittimità costituzionale, suscitano forti perplessità”, scrive il Capo dello Stato per poi affondare i colpi sui commi 2 e 3 dell’articolo 7. Cioè quelli che definiscono l’inapplicabilità delle sanzioni penali per la posa di manufatti amovibili in stato di emergenza e l’inefficacia di ordinanza di demolizione delle stesse. Insomma sequestrare e demolire le case prefabbricate e provvisorie delle nonne Peppine in giro per il Centro Italia è secondo Mattarella cosa insindacabile, se non addirittura buona e giusta. Se comunque si è in presenza di una condotta, a differenza di alcuni clamorosi e recenti precedenti, che rientra nelle competenze di un Presidente, stupisce e lascia perplessi la modalità scelta per sollevare, ad alta voce, rilievi su una norma simile. Una conferma, se mai serviva, che il governo sovranista si trova ad operare in un vero e proprio ginepraio che l’ostilità più o meno aperta di istituzioni altre e non elette ha tutto l’interesse a mantenere folto e pieno di spine.