
Un agguato alla sezione del Tuscolano dove morirono dei ragazzi, un Pluri – omicidio a sfondo politico avvenuto a Roma il 7 gennaio 1978, in cui furono uccisi tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni.
Bigonzetti e Ciavatta
caddero assassinati in un agguato davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larentia, il raid fu rivendicato dai Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale, con il seguente comunicato: “Un nucleo armato, dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larenzia, ha colpito i topi neri …Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga.”
Recchioni
venne invece ucciso qualche ora dopo, durante gli scontri scoppiati con le forze dell’ordine in seguito ad una spontanea manifestazione di protesta, organizzata davanti alla stessa sede dai militanti missini.
I giovani del M.S.I. di via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano, volevano pubblicizzare con un volantinaggio un concerto del gruppo di musica alternativa di destra Amici del Vento, nelle ore seguenti, col diffondersi della notizia dell’agguato tra i militanti missini, una sgomenta folla di attivisti organizza un sitin di protesta sul luogo della tragedia, iniziano dei tafferugli e scontri che provocarono l’intervento delle forze dell’ordine con cariche e lancio di lacrimogeni.
I carabinieri spararono anche alcuni colpi in aria mentre, uno di loro, il capitano Edoardo Sivori, sparò mirando ad altezza d’uomo ma la sua arma si inceppò. L’ufficiale, allora, si fece consegnare la pistola dal suo attendente e sparò di nuovo, questa volta centrando in piena fronte il diciannovenne Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa Janus.
Il giovane morirà dopo due giorni di agonia. Il capitano venne prosciolto.
Alcuni mesi dopo l’accaduto, il padre di Ciavatta si suicidò.
Nelle assemblee dissero “Compagni vi debbo dare una bella notizia. Poco fa la radio ha annunciato la morte del terzo fascista di Acca Larentia, Stefano Recchioni, cò sto cognome poi… facciamo un bell’applauso”. Applaudirono, alcuni ballarono.
Una ragazza si dissociò e disse che non approvava perché i fascisti erano essere umani come gli altri.
Dolore e guerra
ragazzi dai 14 ai diciotto, diciannove e vent’anni, venivano uccisi o picchiati duramente, subivano vessazioni dai professori.
L’esperienza di vita, quella vita, quelle emozioni, hanno forgiato ragazzi di una rigidità granitica, una esperienza altamente formativa per la vita, vissuta con la volontà di esserci, con la passione, con l’idea di battersi per il giusto, sempre con onore, coraggio e dignità e senza paura di essere la minoranza.
QUESTO è IL VALORE DI QUEI RAGAZZI OGGI UOMINI MATURI, ALTAMENTE PREPARATI, E LIBERI.
BUON COMPLEANNO ALLA VOSTRA MEMORIA