
Sembra incredibile ma è vero: nel modulo per richiedere i “buoni spesa” finanziati dal Governo, il Comune di Parma ha messo come condizione inderogabile una dettagliata dichiarazione di antifascismo. Stiamo parlando dei buoni pasto derivanti dall’elemosina di 400 milioni che il Governo ha dato ai Comuni per finanziare gli interventi di emergenza alimentare derivanti dall’emergenza del Coronavirus.
Come si legge dallo stralcio del modulo di domanda che pubblichiamo, per ottenere questa “elemosina” bisogna dichiarare ufficialmente:
- “di riconoscersi nei principi costituzionali democratici e di ripudiare il fascismo e il nazismo;
- di non professare e fare propaganda di ideologie nazifasciste, xenofobe, razziste, sessiste o in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa (XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, art 4 L. 645/1952, L. 205/1993 e loro eventuali successive modifiche);
- di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, minacciando od usando la violenza quale metodo di lotta politica o propagandando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni ed i valori della Resistenza;
- di non compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’uso di simbologie e gestualità ad essi chiaramente riferiti;”
I “nostalgici” sono avvertiti: se non si adeguano potranno morire di fame. E anche noi non stiamo molto tranquilli, considerato che per molti esponenti del Potere oggi essere sovranista equivale ad essere fascista.
Ma si può? Come definire Federico Pizzarotti, il Sindaco di Parma, il primo grillino a convertirsi al progressismo?
Di seguito la fotografia della pagina del modulo del Comune di Parma: